Le trattative dovevano versare per allora sulla congiunzione dei due territorj, togliendo le linee doganali che li dividevano;
Sulla parificazione delle Tariffe;
Sulla unitā di Rappresentanza diplomatica all'Estero;
Sulla reciprocitā pel corso delle monete ec. ec.
Quanto al decretare l'Unificazione assoluta dei due Paesi, Guerrazzi opinava che si dovesse aspettare il voto dell'Assemblea Toscana che dovea fra breve radunarsi, sentenza a cui pure aderiva Mazzoni per un suo amore di legalitā, soverchio forse in quei momenti, e a cui non ostava il Montanelli, assorto pių che in tutt'altro nel concetto della sua Costituente.
Quella concessione fatta all'opinione calmava per un momento il Popolo, ma in breve si vedeva con quanta sinceritā Guerrazzi aderisse a ciō che annunziava il foglio officiale(783). A legare vieppių i due Paesi, l'Inviato di Roma avea proposto da gran tempo un cambio di Truppe, una divisa per esse uniforme; ma nč l'una, nč l'altra cosa veniva mai attuata. L'unitā della Rappresentanza all'Estero restava del pari obliata, sebbene il Governo della Repubblica ne avesse dato l'esempio, affidando al Console Toscano in Genova la tutela eziandio degli interessi dei sudditi romani. La parificazione delle Tariffe, votata infine dall'Assemblea di Roma, era accolta da Guerrazzi colla stessa indifferenza, nč il Governo Toscano facea un passo, mentre quello di Roma gli spianava da ogni lato la strada(784).
Quell'ambigua condotta teneva il Paese nell'agitazione, sfatava gli animi di ogni generoso sentimento, preparava quella terribile catastrofe che dovremo fra breve raccontare.
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