Individui pessimi certo entrarono in quella, ma non per colpa del Governo, e perchè in qualunque composizione di corpi questo guaio vediamo avvenire sempre; nè poi furono tanti, che dessero cattivo nome al corpo intero: onde l'accusa del Farini suona singolare, e non vera. Intorno al disfacimento degli ordini in Toscana, lo mando.... se il Farini ci vorrà andare.... a quella parte della mia Apologia, dove di ciò si ragiona, e le parole di Gino Capponi si riportano. Quanto scrive intorno al Granduca nostro, suona così:
Havvi chi afferma, che egli non si fosse mai acconciato agli ordini liberi in guisa da lasciare gli appetiti e le ubbie dell'assoluto, e, come dicono, paterno reggimento. Havvi chi dice, che sin da quando rallentò i vincoli della libertà, perchè il papa coll'esempio aveva sciolti i popoli italiani, scrivesse all'arciduca Ranieri vicerè di Milano ed altri suoi consanguinei, facendo querela e beffa dei liberali che inuzzolivano. Taluno attesta, che nel tempo, in cui colle poche sue armi concorreva alla guerra d'indipendenza, egli fosse in buoni termini co' regii ed imperiali parenti, coi quali non aveva intralasciato i consueti uffizii. Ond'è, che molti hanno argomentato poi dai fatti che seguirono, e da quelli che si vanno via via svolgendo in Toscana, che Leopoldo II non solo fosse sempre oscillante fra gli avvisi e le parti contrarie, ma che sempre fosse fermo nella devozione ad Austria ed alieno dalle liberali novità. Del che io non ho a fare giudicio, perchè non ho d'onde fondarlo su base a cui la coscienza s'acqueti; nè d'altra parte ho debito di addentrarmi nelle cose toscane più di quanto sia necessario ad indagare e chiarire le attinenze di quelle colle romane.
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