- Cose sono queste da far cascare le braccia ad ogni fedele cristiano. Così, invece di diminuire, si accrescevano le divisioni in Italia! E quello poi che riesce più stupendo a vedersi si è, che Farini, il quale si sbraccia a maledirmi (e se fosse vero, come è falso, avrebbe fatto bene) per essermi mostrato avverso alla composizione necessaria di uno Stato gagliardo, trova a lodare un concetto che guastava il presente e l'avvenire. Egli è vero che debole Stato siamo noi, e la nostra voce poco avrebbero ascoltato; e questo a parere mio somministrava un motivo di più o per parlare almeno magnanimi, o per tacere prudenti; e concludo sostenendo che un uomo dotto nelle storie e nelle ragioni della politica, come Gino Capponi, non può avere consentito così mirifica commissione, e mi pare assai che volesse tôrne il carico il Marchese Ridolfi, se pure non ebbe ordini segreti, che, la stupenda commissione correggendo, la riducessero ai termini del credibile. - È falso quanto scrive Farini a pag. 285, che "i Governanti Toscani non erano amici al Piemonte;" io ho chiarito, onde non si rinnuovi questa sventura, come taluni fra i Piemontesi si dimostrassero, all'opposto, poco amici dei Toscani. - Dello esilio di Massimo Azeglio, e delle ingiurie al Lovatelli di che ragiona a pag. 332, davvero nulla so, che pare qualche cosa dovrei saperne, ed anche questa va messa al monte. Delle contumelie stampate contro Gioberti, non occorre fare altra parola. Non fu il 4, ma il 3 di aprile, che l'Assemblea sospese il voto intorno alla Unione con Roma, non lo profferì contrario, come Farini asserisce erroneamente, dacchè, in modo diverso, fino da quel giorno la Restaurazione sarebbe stata decisa, e quanto racconta in seguito non accaduto, come quello ch'era ad accadere impossibile.
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