Ecco la lettera: la quale merita tanto maggiore considerazione, in quanto che dettata sotto la impressione di memorie recenti, piena di contestazioni di fatti del giorno, e consentanea alle prove, che quantunque raccolte dall'Accusa pur ella ha reputato suo interesse dissimulare.
Signori GINO CAPPONI ed altri componenti la COMMISSIONE GOVERNATIVA.
Desidero sia letta questa scrittura con la pazienza con la quale io la detto. - Forse tornerà inutile, eppure non mi sembra bene ometterla, sentendo come per molti capi importi farla alla mia religione.
Innanzi tratto, sapete voi, o Signori, in qual modo io venni condotto quaggiù? Rispondendo per voi dico: No, imperocchè mi parrebbe enorme supporre, che voi lo aveste saputo, e consentito. A voi poco preme sapere come infiniti modi per sottrarmi alla disonesta prigionia mi sovvenissero e fossero offerti, i quali tutti, o non adoperai, o ricusai; quello però che dovrebbe premervi è questo: - che la mattina del 12 aprile la Deputazione del Municipio Fiorentino, la quale venne all'Assemblea, consultatomi intorno alla deliberazione presa di governare il Paese a nome del Principe, proposi farvi aderire l'Assemblea onde le Provincie più volonterose concorressero, ed ogni mal germe di discordia fosse tolto via; parendomi ancora pel Principe più onorato, e meno nocivo alla libertà, richiamarlo in virtù del consenso universale, che per forza di tumulto. A istanza altrui formulai un Decreto che suppongo voi abbiate nelle mani; voi sentiste diversamente da me; tuttavolta cotesta carta deve porgervi testimonianza della mia volontà, disposta a contribuire alla pace del Paese con tutte le mie forze.
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Accusa Deputazione Municipio Fiorentino Assemblea Paese Principe Assemblea Provincie Principe Decreto Paese
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