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      A me il Popolo chiedeva la Repubblica, a voi il Principato; io negai, voi assentiste; e con ciò disposi quello che avete fatto voi e voleva fare io, pel bene di questa Patria comune, ma con onore, salve sempre la libertà e la sicurezza delle persone. Atti, e scritti attestano questo mio concetto, e lo attesteranno anche persone spettabili, costituite presso noi in ufficio diplomatico.
      Avere dato opera alla difesa dei confini non deve ridondarmi in biasimo, sia perchè la difesa era stata promessa a codesti Popoli nella loro dedizione, e fu rinnuovata poi; sia perchè mi pareva onorevole rendere il Paese quale era stato lasciato al Principe, commettendo per l'avvenire la cura di provvedere a lui stesso. Tutelai la Religione richiamando lo Arcivescovo di Firenze, e tenendo ferme le censure comminate da Lui contro preti protetti dal Popolo; mantenni con ogni supremo sforzo il Paese salvo da omicidii e da saccheggi: l'altrui vita salvai esponendo la mia.
      Spero che nessuno di voi mi reputi così scellerato o stolto, che per me si partecipasse al fatto eternamente lamentabile dell'11 aprile. Il Battaglione Guarducci ottima prova di sè aveva fatto a Pistoia, siccome lo attestano le dichiarazioni che io mi ebbi, e la fede dello egregio Franchini mandato a speculare sui luoghi. Da Arezzo, dove fu diretto, prima vennero biasimi, poi giustificazioni per la parte del Romanelli, onde io non reputai commettere fallo rendere cotesto Battaglione a Pistoia, facendolo transitare da Firenze, e qui fornirlo di armi e di vesti.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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