(38) Vedi Dispacci governativi negati.
(39) Intanto, ecco come scriveva il Pigli a sua discolpa: "Circa le 23 ha avuto luogo una dimostrazione con tamburi e bandiere per festeggiare la morte del Ministro Rossi. Da prima erano centinaia di popolani, e sono andati al Console Romano: da ultimo più migliaia, e sono venuti da me. Ho fatto il sordo ai ripetuti evviva. Il Capitano Roberti è salito; mi ha quasi obbligato mostrarmi al Popolo. Ho detto: il Ministro Rossi non era amato dalla Italia solamente pei suoi principii politici. Dio nei suoi arcani consigli ha voluto ch'egli cadesse per mano di un figlio dell'antica Repubblica romana. Dio custodisca l'anima sua e la libertà di questa povera Italia. - La dimostrazione si è sciolta subito. Si richiami il Roberti: egli l'ha pubblicamente approvata." - Dispaccio telegrafico del 17 novembre 1848. - Dunque è manifesto, che Pigli costretto disse coteste parole; e che la dimostrazione gl'increscesse lo palesa il suggerimento di richiamare il Roberti, che l'approvò. - Io la ripresi acerbamente; la mancanza degli Archivii m'impedisce somministrare i documenti relativi; però dai Dispacci telegrafici resulta quanto le arringhe del Pigli mi turbassero. "Pigli, le tue parole dette al Teatro hanno sconcertato tutti; amico mio, tu sei buono, e rovini noi e il Paese." Dispaccio telegrafico del 13 novembre 1848. - E più tardi, esortandolo a fare più parca copia di sua favella al Popolo, lo confortava a imitare la Rosa, la quale (io gli diceva)
Quanto si mostra men tanto è più bella
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