46, n. 77, dei Documenti, occorre la minuta della mia lettera mandata ai Membri del Municipio, e ai componenti la Camera di Commercio, dove io dico loro: "Voi sapete, che quattro volte chiamato dalle Commissioni, dal Municipio, e dalla Camera di Commercio, mi astenni dal venire a Livorno, parendomi la città nostra contenesse copia di ottimi cittadini capaci di condurla traverso ogni più duro caso. Non potei resistere all'ultima, perchè avrei dimostrato ostinazione somma, e poco affetto a chi mi ama." La riporteremo in seguito per intero.
(73) A pag. 151 e seg. dei Documenti dell'Accusa trovo la narrazione di questi successi esattissima; non si dichiara se scritta o no di mio carattere; comunque sia, io non posso che ratificarla pienamente.
(74) "La Camera di Commercio, di consenso col Popolo adunavasi, e di unanime accordo quattro negozianti partivano per Firenze onde dimandare s'inviassero a comporre le cose di Livorno il generale Don Neri Corsini e il deputato Guerrazzi. La Deputazione è partita. Il Governo pensi alle conseguenze, se ricusa questa ultima prova della longanimità del Popolo." - (Corriere Livornese,4 settembre 1848.)
(75) Che fosse impresa da pensarci due volte, e poi non farne nulla, lo dichiara la seguente lettera, la quale io mi conduco a pubblicare con repugnanza, conciossiachè io dubiti forte porgere indizio di scarsa modestia, se non mi assicurasse la speranza, che le angustie in cui verso varranno a scusarmi presso i cortesi. Però nel riportarla mi corre l'obbligo avvertire, che lo scrivente mosso da patria carità, forse anche da voce più autorevole della mia, poco dopo lasciati consorte, e prole amatissime e amantissime, e i dolci riposi della villa e i cari studj, accorse anch'egli a travagliarsi a benefizio di quella terra, che ama, ed onora pur tanto.
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