Il Governo non intende farsi strascinare, e dichiara, chiunque presumesse violentarlo, traditore della Patria, sottoposto alla Legge del 22 febbraio 1849. Dia annunzio a Livorno, e faccia in modo che nessuno giovedė si muova.
(168) Ferdinando Zannetti nel suo esame dichiara: "EGLI SOLO si opponeva a tutti coloro che volevano la promulgazione del Governo Repubblicano, e della Unione con Roma." - (Processo, a carte 2241, F. III.) - In certi punti pare che all'Accusa sieno cascate le cateratte.
(169) Importa grandemente osservare in quante guise e con quanta perseveranza si fossero adoperati pessimi agitatori al fine avvertito. Non essendovi pervenuti, deliberarono afferrarmi per perdermi pių tardi. Certo avrebbero amato piuttosto calpestarmi subito; ma le perfide insinuazioni non avevano partorito fin qui frutto bastantemente copioso. A pag. 148 di questa Apologia riportai le infamie della Vespa generosa, e del Popolano reprobo.
Fino dal novembre 1848 spargono voce, avere io mutato casacca, ed essere diventato capace di tirare sul Popolo; per lo che ebbi a scrivere per telegrafo a Livorno il 30 novembre: "Che cosa dicono di tirare sul Popolo? Da quando in qua sono io diventato parricida? Prudenza e vigore, e togliete ogni credito ai guastamestieri."
Nel 5 decembre 1848, per telegrafo raccomando diffidassero dei rumori, "che spargonsi con leggerezza o con malizia contro di me."
Nel 6 decembre 1848 gli agitatori fanno arrestare a Livorno i cannoni caricati per Firenze, col sospetto che dovessero usarsi a reprimere i turbolenti; io scrivo per via di telegrafo: "E che?
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