Si teme che noi li vogliamo per mitragliare Livorno? Mancherebbe anche questa!"
Il Popolo intende che i cannoni non si levino da Livorno, non avendo bisogno di sotterfugi.
- (Dispaccio telegrafico da Livorno, 6 decembre 1848.)
P. accompagnato da una Deputazione mi ha detto: scriva che il Popolo non dorme.
- (Dispaccio telegrafico da Livorno, 6 dicembre 1848.)
Circola a stampa, ed è affisso pei muri della città, un foglio ove si avverte il Popolo a stare in guardia, e a non permettere che i cannoni sieno trasportati altrove. Guardati, vi si dice, è un trabocchetto!
- (Dispaccio telegrafico da Livorno, 12 dicembre 1848.)
Fogli avversi si rinnuovano a Livorno, e la mattina del 23 si stracciano. - (Dispaccio telegrafico del 23 dicembre 1848.)
Torres, e le persone che si rammentano nei varii Dispacci da Livorno dal 6 al 24 dicembre 1848, si riaffacciano a Livorno per concitarmi contro lo sdegno del Popolo.
Di lettere anonime, minatorie la mia prossima strage durante il Ministero, ne avrei potuta comporre una collezione; me apertamente traditore chiamavano.
Insomma a tanto giunsero le inique arti, che, dopo avere incontrato nelle tardissime ore della notte appostato un uomo con la carabina sotto il pastrano, i miei amici mi persuasero a non avventurarmi più oltre, e S. A. ebbe la bontà di farmi apparecchiare alcune stanze in Palazzo Vecchio.
Queste erano le arti e le insidie durante il Ministero; più tardi quelle durante il Governo Provvisorio.
(170) Di questo fatto basti per tutte la prova delle 12 Circolari mandate ai sigg.
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