In ogni prova alla quale piace alla Provvidenza chiamare talora i Popoli due cose possono salvarsi sempre: la sicurezza e l'onore.
I pieni poteri, dei quali io sono rivestito, saranno da me adoperati non per offesa della Libertà ma per tutela del Paese. Di questo vadano persuasi i miei concittadini.
Firenze, 28 marzo 1849.
GUERRAZZI."
(188) La lettera anonima diceva:
Ill. Sig.
Scrivo in questo carattere perchè alla Posta non si faccia secondo il solito ec. ec. ec. - Io frequento molte, ma molte Società.... e qui la croce addosso a Guerrazzi..... guerra a morte..... Ecco i nomi di questi assassini aristocratici. Tutti i Fortini; il Capitano poi della Guardia Civica il più accanito. I suoi cognati, Senno Capitano dei Carabinieri, l'altro Segretario del Ministero di Grazia e Giustizia signor Duchoqué, M***.
Terribile al colmo il Direttore degli Alti Puccini, e il suo amicone avv. B*** e L***.
Quelli di secondo ordine a suo tempo ec. ec.
Vanno finiti, - ridotti impotenti, - esiliati."
Non importa dire, che a nessuno dei rammentati fu non solo non recata molestia, ma neppure diminuito riguardo.
Il Puccini tanto rimase in ufficio, che potè iniziarmi contro questa brutta procedura, e in modo così parziale, che rispetto a lui l'accusa di poca benevolenza verso me pare fosse vera; ma egli periva di misera morte, e così Dio gli perdoni come io l'ho perdonato.
(189) "Avuto riguardo alle molte famiglie povere le quali ritraevano dalla cessata Corte dei periodici sussidii in denaro o in pane, mancati i quali, queste famiglie vengono veramente a risentirne danno gravissimo, per cui sono costrette a languire nella miseria, il Governo, il quale sente e vuole avere viscere di padre per i Popoli alla sua tutela commessi, non può permettere che la parte che più esige il di lui soccorso venga a mancare per l'abbandono di chi era in dovere di assisterla.
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