Fra questi due Procuratori fortunatamente occorre il Consiglio di Stato composto di uomini valorosi, e che temono Dio, i quali dietro le traccie del mio Dispaccio del 4 marzo 1849 (Qui in parentesi mi permetto due domande. 1° In questo giorno era accaduta la infausta battaglia di Novara? 2° Perchè fra le centinaia di carte inutili, per cui il Volume dell'Accusa si assomiglia più che ad altro alla bottega di un Cenciaiolo, non fu stampato questo mio Dispaccio del 4 marzo?) mi risposero in questa sentenza: "E ravvisando come pienamente civile e giusta la idea, che nel suo dispaccio de' 4 corrente marzo viene dal Governo significata, di volere serbare il suo carattere di Provvisorio e deferire all'Assemblea Nazionale ogni decisione intorno alle future sorti della Toscana, ha creduto - che al Governo stesso converrebbe astenersi dal pregiudicare in verun modo, e sia pur anche per Trattati, meramente preparatorii a quella unificazione o veramente assoluta e piena di un solo Stato con la Repubblica Romana, e della Toscana, od anche semplicemente federativa dei due Stati, la quale per essere coerente alla sua natura di Provvisorio non può l'attuale Governo non lasciare intatta e libera alle Deliberazioni dell'Assemblea Nazionale, che tra pochi giorni sarà convocata. - E ciò perchè nel primo caso di completa unificazione, Toscana spegnerebbe in tutto la sua propria individuale esistenza, e vita; e nel secondo, di unione federativa, la diminuirebbe, e molto considerevolmente. - Ora ciascuno intende, che la Nazione soltanto può avere balía di sè stessa, e che di ciò vorrà deliberare con gravissima maturità di consiglio, e senza veruno impaccio di precedenti trattati i quali menomamente scemino quella libertà, ch'è tanto necessaria.
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