E la Toscana decretare i suoi destini con tranquillo giudizio, secondo il voto universale.
Il Popolo applaudiva a queste parole, interrompendole della sua approvazione; applaudiva agli abbracci fraterni dati come simbolo dell'amplesso generale dal professore Zannetti ad un Ufficiale della Guardia Nazionale, ad un altro della milizia.
Suggellava in quel momento un patto infrangibile d'amore e d'alleanza coll'esercito, colla Civica antica, colla sorgente e rinnovata Guardia Nazionale. Poi, ad una semplice preghiera del Generale, si disperdea, procedendo alle grida di: Viva Zannetti, Viva la Repubblica, Viva l'Unione con Roma.
Tali sono le tendenze e le volontà del Popolo che si rivelano ad ogni istante, in qualunque occasione. Noi non sappiamo perchè gli uomini del Governo e quelli che sono da esso preposti sembrino paventare questa salutare espansione del Popolo, e s'industrino a rattenerla. Vanno ripetendo l'ordine, l'ordine, l'armonia. E chi più del Popolo la sente, la coltiva, l'apprezza? Vanno instillandogli che egli non abbia a usurpare una soverchia potenza, facendosi rappresentanza del concetto di tutti, e quasi gl'indicono di porre un freno agli interni aneliti, che sono la prima rivelazione della verità. E chi più del Popolo non l'ha da gran tempo compresa questa verità; di lui che in luogo del monopolio dei privilegiati, ha domandato e domanda il libero esercizio della sovranità universale? Lo spediscono dolcemente alle case con raccomandazione di calma taciturna, quasichè l'aperto grido alla luce del cielo in questo stadio di vita convulsa e interrotta, - d'organismo politico disfatto e rinnovantesi, - non fosse un sintomo, una prima e necessaria manifestazione dell'avvenire!
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