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      ... Convocai presso di me lo Stato-Maggiore della Guardia Civica ed i migliori patriotti, tra i quali D'Apice, La Cecilia, ed Antonini, sempre tacendo la causa delle mie inquietudini, finchè, affrettata la venuta di Mazzini in Palazzo, nello intendimento di porre a profitto la sua influenza, svelai il segreto e le mie vedute, alle quali egli ed ogni altro aderirono..... Mazzini comunicò la fuga del Principe, e tosto grida di gioia e di Repubblica proruppero; ma egli proseguendo dominò così le menti, da tutti ridurre concordi ad acclamare la Costituente." (Documenti dell'Accusa, pag. 38, 305, 307.) - Accusa, Giudici decidenti, fin qui o come avete fatto a sostenere, che alle più stemperate voglie della Fazione io mi opponessi tardi, - dopo le sorti infelici della guerra italiana, - ai conforti del Ministro Inglese? - Accusato accuso; io vi traduco davanti il Tribunale della coscienza pubblica, mio giudice e vostro, e v'intimo a giustificarvi delle vostre imputazioni.
      (380) "Carissimo. Vi scrivo di letto dove ho dovuto rifugiarmi. La lama rode il fodero; ma qualche Santo aiuterà. Piacemi il vostro ardore, ma ricordate che bisogna avere prudenza e gravità grandissime.... Grande è il carico che abbiamo sopra le spalle, ma non inferiore all'animo nostro, e consiste nei rendere amabile la libertà, mostrando com'essa sia principio di ordine troppo diverso dal Varsoviano ec." - 11 febbraio 1849.
      (381) Dispacci telegrafici nei Documenti dell'Accusa, pag. 413, 480.
      (382) Monitore Toscano dell'11 febbraio 1849.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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