Le più allarmanti notizie fannosi correre in quel paese (Lucca) pieno di generosi intelletti, ma dallo iniquo partito, soverchiante, tenuti isolati e divisi.
Ieri abbiamo da lettera di onesto cittadino tenersi colà per certo l'accordo del De Laugier col Piemonte. Alla menzognera notizia una mano di soldati con insolita burbanza dirigevasi sulla piazza di San Michele, dichiarando ad alta voce non volere eglino prestar servigio al Governo Provvisorio, perchè - urlavan essi - composto di tre assassini, e proseguirono in altre esecrande invettive finchè parte di Popolo non gli ebbe ricondotti a forza nella loro caserma, dopo essersi impossessata delle armi. I cittadini spontaneamente si dettero a pattugliare per la città, ove niun disordine ebbe luogo, ma non fu però potuto impedire fossero sparsi fogli sediziosi fralle truppe, colle quali insinuavasi dovere eglino persistere nel loro proposito di non servire ad un Governo che ci conduce al macello. Di tutta la Ufficialità risiedente in Lucca due soli hanno parlato a pro di esso: gli altri permisero che alti personaggi s'introducessero nel quartiere militare, e vi spargessero danari per sovvertire sempre maggiormente i soldati.
Questi fatti avvenivano in Lucca parimente il dì 12, e se una protesta a stampa, scritta dai buoni soldati, circola e condanna la mala condotta dei traviati compagni, ciò non dee mica impegnare il Governo a starsene inerte spettatore delle lotte intestine, nè ad aspettare che la battaglia cessi o per mancanza di combattenti, o per breve sosta prodotta da stanchezza più che da persuasione.
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