- Ieri tenevamo questa promessa omai come un fatto, e fu cagione in noi di vivissima gioia; oggi abbiamo l'amarezza di essere stati delusi da uomini che sin qui meritarono l'intiera nostra fiducia.
Uomini del Governo Provvisorio! ponderate quali danni possono derivare dalla vostra lentezza alla causa cui veniste assunti a sostenere. La reazione si avvantaggia della vostra perplessità, pigliando da essa tempo d'impaurire i buoni; è tempo di organizzarsi e stendersi tra i tristi e li ignavi. Perdio! troncate li indugii; ogni ora, ogni giorno che passa aggiunge forze e proseliti al Partito della reazione. Noi, che abitiamo le più remote provincie della Toscana, sappiamo di buon grado che cosa si possa temere o sperare da queste popolazioni, fornite bensì di buon senso, ma facili ad essere pervertite. Noi conosciamo la difficoltà e i pericoli delle future elezioni, i quali voi non potete prevenire in altro modo, che col proclamare prontamente la invocata fusione con Roma. Nulla dovete temere per parte delle provincie dalle risoluzioni forti e istantanee, molto bensì dovete paventare dalla irresolutezza e dagl'indugii.
Uomini del Governo Provvisorio! ricordate che le rivoluzioni non si compiono colla pacatezza di un'ordinaria prudenza. In condizioni violenti abbisognano misure audaci e pronte, che sgomentino i tristi, e infiammino l'ardire dei buoni. Ma voi adoperate tutto al rovescio, e quasi ci sembrerebbe che vi prendeste gioco dell'entusiasmo del Popolo.
Uomini del Governo Provvisorio, rammentatevi quale responsabilità posa su voi; qual conto dovete rendere a Dio ed alla Nazione, se foste per esser causa d'una guerra civile, e se danneggerete menomamente la causa della Libertà.
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