Al Governo di Livorno.
Mancano armi. Di Francia ne vennero altre? Ve ne sono a Livorno? Se mandate Volontarii, e li dovete mandar subito, inviateli con armi. Ai bagagli e alle vesti penseremo noi. Requisite i fucili da caccia, e sostituiteli agli schioppi da munizione. Così vuole la Patria. Quando la Patria ordina, a chi non obbedisce - guai.
GUERRAZZI."
(Documenti, pag. 442.)
(599) Dispaccio telegrafico delle ore 2, 55 minuti, 2 aprile.
Al Governo di Livorno.
Intorno al Battaglione io lo accetto a due patti: che porti i fucili, e che gli Ufficiali si sottopongano agli esami. Fucili, noi non ne abbiamo, come vi ho detto. Qui stanno mille giovani inutili per difetto di armi, e me ne piange il cuore; quindi se gli facciano imprestare. Requisiteli, come ho ordinato; insomma li portino. Ufficiali devono essere nel numero normale, corrispondente alla quantità dei soldati, a seconda dei Regolamenti, e l'esame li deve dimostrare degni per morale e per conoscenza che a loro si affidi il sangue dei fratelli. E questa è giustizia. Lodi, e ringrazii il Gonfaloniere. Giustizia, ma piena giustizia: la Patria non desidera altro.
GUERRAZZI."
(Documenti, pag. 442.)
(600) Documenti, pag. 442. Dispaccio telegrafico delle ore 8, 45 minuti, 2 aprile.
(601) Documenti, pag. 517. Dispaccio telegrafico Landi, del 2 aprile, ore 5, min. 9.
(602) 4: Ivi. Dispaccio telegrafico Martini, del 2 aprile, ore 4, min. 45.
(603) 5: Ivi. Dispaccio telegrafico Landi, del 2 aprile, ore 7, min. 45.
(604) Ivi. Dispaccio telegrafico D'Apice, del 2 aprile, ore 8, min.
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