Ma vi è un Angelo che rompe il sonno della tirannide, come vi ha un Angelo che rompe il sonno della morte, - e questo è l'Angelo della Libertà.
E voi, o Fiorentini, udiste questa voce quando sopra i campi lombardi più costanti e più tenaci degli altri duraste sotto la procella di ferro e di fuoco che vi avventava lo implacato nemico. Voi mostraste allora quello che soventi volte io diceva, come un Popolo e un Dio non possono tenersi chiusi dentro al sepolcro.
Adesso il bisogno urge maggiore. Qui ora non trattasi di acquistar gloria, ma di fuggire vergogna: qui non vuolsi far procaccio di comodi, ma ripararci dal danno; e da qual danno? - Tendete l'orecchio, o madri, o spose, o figlie miserissime.... Dalle rive del Po e del Ticino, da Brescia e da Bergamo muovono voci di pianto disperato, che stringono il cuore d'ineffabile affanno. Ora che sarebbe se vedeste le sconce ferite, e le membra lacere, i muri grondanti sangue? Udite fino di qua il singulto dell'agonia di Venezia! Cotesto singulto è immenso, perchè si parte dall'agonia della Libertà d'Italia. O Cristo, o Cristo, i tuoi giusti occhi non guardano adesso la terra, poichè lasci perire Venezia!
La difesa è agevole. La Natura provvida volle circondare questo suo giardino, la bella Toscana, di un muro insuperabile di monti; ma il Cherubino che deve stare a guardia di questo Eden hanno a crearlo gli abitatori del luogo con la propria virtù. - Ordini di milizia non valgono, inutili per gli aggressori le artiglierie, i moti della cavalleria impossibili; dieci mila uomini di qui possono respingerne cinquanta mila, il numero è d'impaccio e forse rovina.
| |
Angelo Angelo Angelo Libertà Fiorentini Popolo Dio Ticino Brescia Bergamo Venezia Libertà Italia Cristo Cristo Venezia Natura Toscana Cherubino Eden
|