La Legge è sovrana qui, e la Legge emana dall'Assemblea eletta dal voto universale del Popolo. Le Leggi dell'Assemblea, se intende riordinarsi il Paese, hanno da venerarsi come comandamenti di Dio. Non già in angusta sala dove entra scarsa la luce del Sole, tra lunghe ambagi, ed inamabili discorsi, ma sui campi aperti, fra il torrente dei raggi di un Sole di maggio, in mezzo al lampo delle armi, alla faccia del firmamento, al cospetto del nemico vinto, si ha da proclamare la più perfetta forma politica di Stato per uomini perfetti: la Repubblica! - La Repubblica potrà nascere quando le avremo apparecchiato il battesimo di sangue delle nostre, o delle vene nemiche, - ciò non importa - purchè sia battesimo di sangue.
Firenze, 6 aprile 1849.
GUERRAZZI."
(Documenti, pag. 579.)
(620) Dispaccio telegrafico del 6 aprile, ore 12, m. 5 ant.
Al Governo di Livorno.
- Primo. - I Civici vadano subito a Pisa, e quivi si concentrino.
- Secondo. - I Volontarii vengano a Firenze, e portino con essi le armi.
- Terzo. - I Bersaglieri pure vengano a Firenze.
- Quarto. - Intorno alle armi e altro, proposte da Bini, il Ministro della Guerra dà ordini separati.
- Quinto. - Autorizzo di ricomprare a modico prezzo le armi già nostre, ma presto. E sempre presto.
GUERRAZZI."
(621) "Al Ministro della Guerra.
D'Apice ha ragione sul comando unico, nè i corpi sono così grandi nè la superficie delle operazioni sì vasta da consentire divisione di comando; veda di contentarlo, egli merita molto, ed è ottimo per questo genere di guerra.
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