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      Amico.
      Dimmi presto quello che vuoi, perchè la mia vita politica ormai ha pochi giorni di durata, risoluto a ritirarmi. Così intendo mostrare più cose; che amo la quiete e i miei studii più che altri non pensa, e se la natura mi diè impeto ed energia non per questo voglio primeggiare sopra altrui, chè il maggior pregio dell'uomo libero è la modestia; che errarono quelli, che me promovendo parteggiarono per la persona e non pel principio: questo non ha da essere e non sarà. Io ho mandato Cecchino al campo soldato semplice di artiglieria, e l'ho unico al mondo. Credeva che gli uomini amassero la Libertà come me - per respirare più libero, - mi sono ingannato: tornerò a vivere di memorie, e conversare coi morti. Oh! gli alberi, gli alberi, bisogna piantarli nel cuore, e allora va bene. Sussurroni la più parte, queruli, astiosi, ed ecco tutto."
      (677) E poichè gli ho sotto gli occhi aggiungo i deposti dei signori Professore Taddei, e Colonnello Nespoli. Il primo dice: "Non posso negare per altro, che reiteratamente il Guerrazzi si oppose all'accettazione del Potere Esecutivo, e che io stesso seguendo il sentimento di varii altri Deputati feci istanza perchè lo accettasse, essendo nella persuasione, ch'egli avrebbe saputo farne uso a vantaggio del Paese." Il secondo dichiara: "Siccome il Partito ultra non era d'accordo col Guerrazzi, così penso, che nascesse diffidenza dell'uno verso dell'altro, e nella notte nella quale fu dichiarato capo del Potere Esecutivo ho memoria, che da qualche Deputato fossero contro lui profferite ingiurie per le quali il Guerrazzi accennava volersi ritirare dal Governo Provvisorio.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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