(689) Hume, Storia d'Inghilterra, Cap. 62, pag. 432.
(690) Guizot, Monk, pag. 76.
(691) Guizot, Monk, pag. 80.
(692) Hume, Opera citata, Cap. 12, pag. 435. - Guizot, Monk, pag. 74.
(693) Guizot, Monk pag. 102.
(694) Hume, Opera citata, pag. 436.
(695)
(696) Guizot, Monk, pag. 129.
(697) Hume, Storia d'Inghilterra, Cap. 62, pag. 449.
(698) Lettera del 21 maggio 1660 del Ministro De Bordeaux al Cardinale Mazzarino, citata dal Guizot.
(699) Lettera come sopra del 13 maggio 1660.
(700) A Lord Say che gli parlava della necessità di escludere dall'oblio almeno qualcheduno dei Giudici, che avevano condannato a morte Carlo I padre del Re, Monk rispose incollerito: "No! neanche un solo: io mi reputerei il primo furfante del mondo se consentissi ad eccettuarne uno solo." E col colonnello Hutchinson in altra occasione si espresse: "Dio mi danni, se per la morte del Re, uomo abbia a perdere pure un capello!" Nonostante, l'impeto e la vendetta dei Realisti furono più forti di lui; e quantunque nel Parlamento sostenesse il Partito della moderazione, potè appena ottenere, che il numero degli esclusi regicidi si riducesse a sette, dei quali sei soli patirono la morte. Ma il caso del marchese Argyle presenta tale carattere di tradimento, e di rancore personale, che lo steso Hume storico, di Partito tory, non può nascondere, che anche fra i contemporanei suscitò generale indignazione. Guizot racconta, che Lord Wharncliffe si è ingegnato, comecchè timidamente, ad attenuarne la colpa; ma egli dice, che coteste ragioni non lo persuadono per nulla, e che la indegnissima azione del Monk non merita scusa.
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