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      Così Scrittori neri e rossi, indemoniati dal maligno spirito di Parte, alterano i fatti, o gl'immaginano, falsano i giudizii, buona fede e morale e onestà calpestano per servire ai proprii furori. Anch'essi faranno bene, perchè insegneranno ai Popoli il fastidio delle esagerazioni, e porranno in credito il linguaggio sincero, sperimentato ed esatto, che si desidera dalla gravità delle cose, e di cui i nostri padri ci lasciarono nobili documenti, a modo di esempio il Machiavelli (che il signor Rusconi disprezza) nei Discorsi su le Deche di Tito Livio.
      (797) Tutto questo è un finimondo di bugie.
      (798) Cioè dai Repubblicani; ed ecco come è consentaneo seco lo Autore, che io volevo rendermi necessario a tutti i Partiti. Il Partito vinto mi voleva mettere in prigione! il vittorioso mi ci ha messo. Raccomando la Storia del Dottore.
      (799) Come! Poco sopra i miei scritti predicano il sagrificio, la gloria, la Repubblica ec. - Adesso porto il pessimismo dei miei scritti nel Governo. - . E con questa coerenza ed esattezza si scrivono Storie! Machiavelli, e Guicciardini, bisogna dire, che le scrivevano con più fondamento.
      (800) Il signor Rusconi mi darebbe diritto di recriminare intorno alla falsità dei suoi fatti, e alla fallacia, per non dire peggio, dei suoi giudizii, ma le condizioni fra noi sono diverse; egli è tristamente esule, io beatamente prigione, e sotto processo. Renunzio a questo diritto per augurargli però miglior mente, e miglior cuore: miglior mente, per astenersi dal dettare scritture che sono una contradizione perpetua fra loro, e ponderare con più gravità quanto gli sfugge dalla bocca; perchè se il parlare (e si vede) poco gli costa, tacere gli costerebbe anche meno; - migliore cuore, onde comprenda quanto sia disonesto gravare la reputazione di chi non può, come vorrebbe, difendersi, e sta in carcere, scontando le insanie o le perfidie altrui.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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