Se tu potessi smentirli, se cancellarli dalla memoria, dove stanno impressi con parole di sangue, oh! io ti saluterei consolatore della umanità.
Io scrittore lascio questa prefazione come prima la dettai, se togli che in più parti la corressi per quello concerne lo stile, conciossiachè mutarne i concetti oggimai non tornerebbe efficace. Tuttavolta però, più pacato ora, meglio perito nei casi della vita, di non pochi anni più prossimo al sepolcro, io giudico com'essa non esponga dottrine affatto buone nè vere. Sapienza è non disperare mai; e nello attendere e nello sperare stanno le virtù supreme dei popoli. In quanto all'odio poi, se un dì fie dato inalzare lo edifizio della umana felicità, certo non su l'odio, bensì sopra il fratellevole amore che Cristo insegna avrà da fondarsi: ciò nonostante, adesso ci corre obbligo di odiare; che lo schiavo non può volgere la mente grata a Dio, e Dio abborre vedersi supplicato da mano gravi di catene.
Passate le Alpi, e tornerem fratelli.
L'Assedio di Firenze
CAPITOLO PRIMO
NICOLÒ MACHIAVELLI
Perchè egli è ufficio di uomo buono quel bene che per la malignità dei tempi e della fortuna tu non hai potuto operare insegnarlo agli altri, acciocchè, essendone molti capaci, alcuno di quelli più amati dal cielo possa operarlo.
MACHIAVELLI.
Che se la voce sua sarà molestaNel primo gusto, vital nutrimento
Lascerà poi quando sarà digesta.
DANTE.
Il suo passo era di uomo libero in terra libera, grave e solenne: ma sembrava sviato, come di persona improvvida o poco curante dei luoghi che gli si paravano dinanzi in suo cammino.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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