Ora nel 27 pareva volesse il Borbone rovesciare Fiorenza, e invece assaltò Roma, depresse il papa e ne fece abilità di toglierci giù dalle spalle quello increscioso giogo dei Medici. Furono questi doni della fortuna; e appunto perchè doni, o poco gli avemmo cari, o ci curammo poco di custodirli, siccome dovevamo e meritavamo pur troppo; se ci avessimo speso dintorno sudore e sangue, gli avremmo per certo più diligentemente mantenuti; gli Ebrei presero in fastidio la manna, comechè soavissimo cibo si fosse, perchè gliela mandava il cielo, e senza fatica a sazietà la raccoglievano; agli uomini poi non riesce mai sgradevole quel pane che con molto travaglio essi ottengono. Le cose della fortuna si distendono molto, approfondiscono poco; quelle della virtù diversamente procedono: onde, tutto ben ponderato, io prepongo alla fortuna la virtù non infelice. Non ragionerò dei provvedimenti buoni negletti, dei pessimi seguiti dal 1494 al 1512, spazio nel quale durò la seconda cacciata dei Medici; già la storia i tempi, gli uomini e le colpe loro incise sopra le sue tavole di bronzo e le dava in custodia alla memoria. Il tempo stringe, lunga è la via; nè già si tratta adesso di speculare sopra le azioni antiche, bensì somministrare consigli per le presenti e per le future. La fortuna, poichè volse la ruota ora favorevole ora avversa ai Medici, parve romperla per loro nel 1527; rimasero uomini a pena eredi del sangue di cotesta famiglia, diseredati affatto della virtù. Andava e va tuttavia la città divisa con diverse maniere fazioni: eravi chi teneva pei Medici, e tra questi parte la monarchia assoluta desiderava, parte voleva i Medici non già signori ma capi di governo largo; della fazione avversa alcuni più odiavano i Medici di quello che amassero la repubblica, altri più amici della repubblica che nemici dei Medici, altri finalmente la tirannide al pari dei Medici detestavano.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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