Non bene anche spirava su le labbra il comando, nè ancora i piedi tornavano a posarsi sopra la terra, donde schivandosi aveva spiccato un salto, che il bronzo balenò; - precipitando rimbombante contro del parapetto lo percosse, rimbalzò, stette; la palla mortale si era partita tra una vampa di fuoco.
Vico Machiavelli, senzachè pure se ne accorgesse il capitano, con la miccia tesa da gran tempo aspettava impazientissimo il cenno.
Il fragore del bronzo si diffuse lontano pei campi: d'eco in eco se lo rimandarono i monti circostanti, e, come se fosse stato il segno magico capace di levare l'incanto, le milizie fiorentine, d'inerti a un tratto divenute irrequiete, con sembianti diversi d'ira, di curiosità e di anelito accorsero alla spalletta per vedere; - e sopra gli altri Lupo e il Ferruccio con tutto il busto spenzolati dal muro, facendosi di ambe le mani solecchio allo sguardo contro la luce, spiavano bramosamente l'esito del colpo.
Il cavaliero nemico, compito l'atto oltraggioso, sta in forse se debba aggiungere all'atto un grido di scherno: - in questa la palla percotendolo nel ventre un poco sopra l'inguine gli dirompe gl'intestini e, via trapassando dai reni, stritola le vertebre e fiacca la spina dorsale; - allora fu vista la parte del corpo inferiore alla ferita, piegati i ginocchi, cadere per lo innanzi, la superiore indietro, sicchè la nuca venne a battere di forza su le calcagna. Il cavallo tratto da impeto irresistibile seguita il moto dell'ucciso; ma quando teso il collo fiutò dalle aperte narici l'odore del sangue, - quando con lo sguardo esterrefatto in quella massa informe di carne lacerata non riconobbe più il suo signore aombrò pauroso e si dette imperversato a fuggire pei campi, trascinando il tronco avvolto dentro la medesima nuvola di polvere nella quale vivo e baldanzoso era apparso pur dianzi.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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Machiavelli Lupo Ferruccio
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