Qual fiero caso adesso sovrasta? Chi dunque li caccia? Nessuno. La paura è un contagio. Purchè possono più velocemente sottrarsi, si riputano i cavalieri beati; - spronano, - sferzano i cavalli, come se il ghiaccio della spada sentissero penetrarsi nei reni: ah! cotesta è una gara di corsa di cui sarà dato in premio l'infamia.
Precorre a tutti il commessario Antonfrancesco Albizzi, come quello che migliore destriero cavalca, e cui stringe più forte la paura. Se lo sapesse il nemico, rimarrebbero oppressi tutti, senza potersene salvare uno solo! Di quanto scherno non darebbe cotesta fuga argomento, se la sapesse, al nemico! Il Ferruccio declinando per vergogna la faccia, gli viene fatto di posare lo sguardo sopra la città. Una testa si affaccia alla finestra, - poi due, - poi cento, come le rane in palude, passato il rumore di che hanno avuto paura, si levano sulle acque contaminate e ritornano al gracidare increscioso. Di lì a breve le porte delle case si schiudono, e vedi uscirne uomini ratti ratti che traversando le strade si recano ora da quel cittadino, or da quell'altro, nel modo stesso che il serpe vibra la lingua, o i ramarri, nei giorni canicolari, si lanciano rapidissimi di cespuglio in cespuglio: - cominciano a radunarsi i capannelli; ci ascolta una sorda agitazione; la plebe prorompe; lontano si diffonde un trambusto, uno schiamazzo, un battere di tamburi, un urlare: Viva san Donato! Viva l'imperatore! Morte a Marzocco(43) morte a Marzocco! O popolo, quante volte hai gridato e dovrai ancora gridare - Viva la morte, e morte alla vita!
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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