Pagina (77/1163)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Dalla tua ignoranza acciecato, e dalle lusinghe altrui sedotto, per quanto tempo ancora il tuo destino sarà quello del bove - vita di bastone, morte di macello!
      S'innalza una bandiera imperiale col verso di Zaccheria scritto all'intorno: ut de manu inimicorum nostrorum liberati serviamus tibi; cresce il tumulto; le armi della repubblica Fiorentina atterrate: l'onda del popolo bramosa di mettere le mani nel sangue allaga le strade: ogni cosa in confuso; amici tremano e nemici; la fiera ha rotta la sua catena; guai a chi la incontrerà!
      Un tanto evento non sembrava partorito dalla occasione, e veramente non era. Di lunga mano i cittadini cospiravano: le occulte trame adesso si discoprivano.
      Arezzo, un tempo dai marchesi e dai conti governata, dopo il secolo undecimo, a guisa delle altre città di Toscana e la più parte d'Italia, in repubblica si costituiva. Nei padri nostri la virtù difettasse o la sapienza, non seppero legarsi in vincolo federativo, il quale come la quiete interna assicurasse, così potenti di fuori gli rendesse e temuti. Della libertà civile praticarono un solo argomento, quello della partecipazione di qualsivoglia cittadino agli uffici supremi dello stato; la sicurezza individuale, nè statuirono nè per avventura conobbero. Eternamente con miserabile guerre si lacerarono; e quando lo straniero venne a ridurre in servitù le belle contrade, invano chiamarono i figli generosi; giacevano spenti, - nè i sepolcri restituirono i morti. In coteste scellerate contese, sopra tutti insanirono i popoli aretini; oltre misura rissosi, il nome ebbero di cani botoli, e l'Alighieri vi aggiunse:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Zaccheria Fiorentina Toscana Italia Alighieri