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      .. Per Dio! non ti addestrava a tal prova; nč tu vi ti aspettavi... ed io nemmeno. Avevamo disposto a morire insieme in un giorno di battaglia...; ora..., prima che venga la stagione dell'onore, il vituperio ci affoga. Corri non per acquisto di gloria... ma per fuggire vergogna...; nonpertanto, sia per procurarle decoro, sia per salvarla dall'obbrobrio..., sempre ben muore il cittadino per la sua patria... or sei sellato... va'!
      Gli balza in groppa, tira la spada e con la voce e con gli sproni lo spinge: il buon corsiero, compresa la voglia del suo signore, corre, vola, divora la via; par che non tocchi la terra, e par saetta scoccata dall'arco. Il cavaliere trascorre rapido tanto che gli oggetti gli fuggono vertiginosi, sformati; dinanzi gli occhi; l'aria rotta violentemente su i labbri non gli concede articolare parola... eppure urla in maniera spaventevole: giunge dove una turba di popolo adunata dintorno alla bandiera imperiale esultava baccante di allegrezza; il buon cavallo la fende come fiumana; l'onda della plebe si frange clamorosa e volta le spalle sopraffatta dal terrore; giace la bandiera deserta, e gią tra i gridi discordi si ode mormorare; "Viva Marzocco!"
      Poichč fu la paura un poca quieta, si domandarono le genti chi le avesse sbarattate, chi fosse, come si chiamasse; non seppero dirlo: alcuni affermarono con giuramento essere comparso uno spirito infernale che non aveva forma di cosa conosciuta; per furia, per rumore e per luce terribile; solo una chioma tesa per ventilargli dietro per l'aria a guisa di cometa, di augurio funesto: altri invece sostennero avere veduto un volto di angiolo, un cavaliere celeste, certamente san Giorgio.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Per Dio Marzocco Giorgio