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      Le imprese da me fino a questo punto operate, se non possono la mia fama a quella di Alessandro Magno anteporre, bastano ad avvilupparmi in un sudario che mi salvi dal verme dell'oblio. - Se adesso io morissi, il cuore mi assicura che gli uomini direbbero: - Meritava vivere di più. - Papa Clemente, se voi moriste adesso, che cosa pensate il mondo fosse per dire di voi? - Egli è vissuto troppo poco, od è vissuto anche troppo?"
      Ve lo dirò quando saremo morti
      , rispose il pontefice, continuando a muovere le labbra in un cotal riso amaro che ben dava a conoscere quanto lo avesse penetrato addentro cotesta acerba puntura: "però fino da ora io mi dispongo a lasciare novellare la gente; dove poi mutassi pensiero, ordinerò, come Diogene, che mi pongano al fianco una verga. Adesso vediamo di concludere, Carlo; - quando pure io possa confidare in voi intorno al sopprimere la libertà di Fiorenza, non devo del pari fidarmi in voi per ciò che spetta lo ingrandimento della mia famiglia. Di ciò pertanto domando guarentigia. Nicolò della Magna dovrebbe pure avervi fatto motto di sponsali da contrarsi in facie Ecclesiæ tra madama Margherita vostra figlia ed Alessandro duca di Civita di Penna: - ve ne sareste per avventura dimenticato?..."
      Io non dimentico nulla, ma non li reputava condizione necessaria per la pace: e se le mie preghiere trovano grazia al vostro cospetto, vi supplico umilmente, Padre santo....
      No, no, Maestà, avete mal creduto: ella è una condizione sine qua non; - condizione senza la quale andrebbe scomposta ogni cosa, andrebbe tutto in peggiore stato di prima.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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