Pagina (116/1163)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Unite dunque la vostra famiglia alla mia, ond'ella abbia riparo sotto le grandi ale della gloriosa aquila vostra.
      Santo Padre, in che mai vi affidate? La ragione di stato non conosce figliuoli. Il re non ha cuore; per ciò che riguarda l'affetto, tanto è ch'ei palpiti vivo nella sua reggia, o giacia scolpito di marmo sopra la sua tomba. Più fabbricate in alto, e più correte pericolo di precipitosa rovina; - più accostate il fragile edificio della potenza della vostra famiglia alla mia aquila, e più vi sovrasta il caso che un suo batter d'ala la cancelli dalla memoria degli uomini. Forse la rondine, per costruire che fa il nido alle vôlte del Colosseo, gliene partecipa la immobilità? Si leva la bufera, e il nido va disperso nei turbini, mentre rimane immobile quell'eterno edifizio.
      No, Carlo, non favellate così: io conosco il vostro cuore meglio di voi stesso. Se la vostra figlia ha freddo, voi le getterete addosso per coprirla un lembo del vostro manto imperiale; s'ella avrà fame, dal vostro convito di popoli le manderete una provincia per saziarla. Nessun padre della vostra famiglia fin qui pose le mani nel sangue de' suoi figliuoli.
      Ma un nepote le ha poste in quelle dello zio!(71)
      esclamò l'imperatore traendo un sospiro, "e i tempi futuri stanno chiusi nella mano di Dio(72)." Dipoi, simulando risolversi con gran pena per quello a cui si era disposto molto tempo avanti, soggiunse: "Si unisca la mia casa alla vostra, e possa il presente trattato mantenersi indissolubile, come il sacramento che statuiamo adesso tra i nostri figli.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Padre Colosseo Carlo Dio Dipoi