Fra mezzo al popolo si erano intanto insinuati gli oscuri agenti del governo sospettoso, spie, sbirri ed uomini altri siffatti, pessimi vermi di società putrefatta; e ad ogni domanda rispondevano un inganno, ad ogni fatto apparecchiavano una insidia, i più clamorosi notavano ed attendevano il destro di legarli e condurli al bargello.
Il popolo deluso gridava: "Dalli! dalli! che sono contrabbandieri; - vennero ad appiccare i cedoloni in vituperio di Sua Beatitudine e di Sua Maestà cesarea; - hanno portato veleno per attossicare il papa, l'imperatore e i baroni; dentro le costoro valigie c'è il fuoco infernale, c'è la scomunica;" e infamie altre cotali.
Ma la ragione all'improvviso balenando sull'anima del popolo, gli dimostra apertamente la frode: - I contrabbandieri non si accostano di bel giorno alle dogane; il veleno non è cosa da portarsi in valigie: - il fuoco nemmeno; nè si scomunica il papa; - e allora vergognando taceva.
Per somma infelicità di questa nostra umana natura, la ragione, illuminando l'anima del popolo a modo di baleno, dura poco, sicchè presto ricade nel buio della ignoranza e nel furore, miserabili malattie, e non le sole nè le più turpi, le quali con dolcezza infinita de' suoi oppressori lo tengono del continuo travagliato; onde di nuovo più fieramente che mai il popolo prorompeva: "Giù le valigie! Aprite le valigie! Vogliamo vedere quello che sta chiuso nelle valigie! Le valigie! le valigie!"
E negl'intervalli la voce del cancelliere, come lo strido dell'uccello dal sinistro augurio, ripeteva: "Ammazza! ammazza!
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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Sua Beatitudine Sua Maestà
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