Da Desiderio perduta, voi la donaste a Carlomagno francese, poi agli Ottoni alemanni, poi a Bavari, poi a casa Lucemburgo, poi a casa Hohenstauffen; quindi la profferiste agl'Inglesi, di nuovo a Francesi, poi a casa di Habsburg; poco prima se la contesero Francesco di Francia e Carlo di Spagna: - Federico di Sassonia la ricusò(76), e tu adesso aneli, o Carlo di Gand, un diadema che altri raccolse un momento e subito dopo gittò via come cosa indegna di occupare il suo pensiero. Egli ebbe dai posteri il nome di sapiente, - per te quello di stolto è troppo poco.
E la stella della tua casa ricambiò con le gemme di cotesta corona un saluto di luce per un tempo assai lungo; poi la fortuna stese la mano e disse: Basta.
Comparve nel cielo un'altra stella che vinse la tua; venne sulla terra un Fatale destinato a far l'ultima prova se la tirannide potesse durare tra gli uomini splendida di gloria e di potenza, con l'ale del genio incerate alle spalle; - la tirannide di Napoleone: - i popoli hanno diruta la terra dagli artigli della sua aquila vittoriosa; quale altra tirannide può adesso aver vita nel mondo? Se il leone non ha potuto regnare, domineranno i lupi? Egli cacciò le mani nelle chiome agli antichi tiranni e tolse a un punto il sonno dagli occhi e la corona dalle teste di loro. - Oh! com'è miserabile cosa un re senza corona! lo sarebbe meno senza senno: - in questo modo moverebbe la nostra compassione, - in quell'altro eccita il nostro riso: egli tolse loro le corone e le gettò dai balconi della sua reggia ai parenti, ai compagni della sua fortuna, in quella guisa che un cavaliere novello sparge pugni di monete alla plebe in segno di larghezza.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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