Chi rese le armi vostre fortunate? Chi vi mena davanti a un pontefice umiliato?
Ma mostrami la stella: io voglio vederla...
Accostatevi, Maestà, guardate dietro la direzione del mio indice, sopra la croce del campanile di San Francesco; alzate gli occhi, piegateli a destra in quella plaga del cielo...
Non vedo... non vedo nulla.
Aguzzate lo sguardo.... tendete, stringete forte le ciglia.... colà.... la vedete voi?
Ahimè!
esclamò Carlo con ambo le mani cuoprendosi gli occhi, "io vedo... ho sentito il dolore di mille spade che mi pungessero le pupille, - un milione di atomi luminosi, una vertigine di fuoco...."
Or dunque pensate, se io possa o no sostenere il lume della vostra stella....
Non importa... guarda... non istancarti di contemplare; io ti darò una duchea... un principato... ma guarda.
E tuttavia le mani soprapponendo agli occhi tornò a camminare di su e di giù per l'aula reale.
Cornelio Agrippa, fissandolo dietro e con quelle sue labbra aperte malignamente sorridendo, mormorò:
Vedi, ve' che teste da portar corona! Un'accensione di sangue cagionata dallo sforzo degli organi visivi egli scambiava in splendore di stelle.... ah!"
Agrippa!
esclama Carlo, calmata che fu la doglia delle sue pupille, "io voglio anche una volta veder la mia stella. - Additamela; io voglio..."
Silenzio! Ecco, la mirifica congiunzione succede; - adesso si opera il portento dei cieli; il cielo della stella austriaca è compito: dapprima lambiva rasentando Saturno... apportatore, per essere frigido e uliginoso, d'infermità corporee, come chiragra, podagra ed idropisia.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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Maestà San Francesco Carlo Agrippa Carlo Saturno
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