Perchè non aderiste ai miei conforti a Genova? - Avreste allora conservata, parte della libertà, la quale adesso avrete a piangere interamente perduta...
Prima, perchè, se le cose vanno male, non sono mica disperate per questo; - nè abbiamo deposto tutta speranza di vincere. Un'altra volta un imperatore vide le mura di Fiorenza; le vide, ma non l'espugnò...
Oh! allora non adoperavano come ora le artiglierie, che a tempo fisso disfanno le più solide torri, ed ogni più arduo impedimento rendono piano agli arditi assalitori...
Sì; ma ora, come allora, dietro le mura diroccate stanno altri muri - più gagliardi, - i petti dei cittadini...
Dio vi protegga, messere Luigi; così vi conceda le sorti favorevoli com'io ve le temo contrarie.
Ad ogni modo, i padri hanno creduto migliore partito essere tirannide intera che non mezza servitù: imperciocchè a questa a mano a mano si adattino le anime degli uomini; ed essendo della nostra natura abituarci a tutto quanto non riesce insopportabile, la mezza libertà converte in libertà intera, la vera libertà in desiderio, poi in languida speranza, finalmente, ogni vigore spento, la patria si addormenta al suono delle catene; nella tirannide per lo contrario intera v'ha fremito implacabile, guerra a morte tra l'oppressore e l'oppresso, - tra il tiranno e lo schiavo patto unico la morte; il tradimento, virtù; studio, la strage; il popolo incatenato può con le lacrime dell'ira, con i ruggiti della rabbia consumare le catene, - comunque di ferro; - il popolo assennato non romperà i suoi ceppi mai, - comunque di seta si fossero.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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Genova Fiorenza Luigi
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