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      Si era fatto sentire un battere lieve ad una delle quattro porte della stanza: ma così sul subito non riusciva, tranne a coloro che erano pratici, conoscere a quale avessero bussato; sicchè Giovanni Bandini non sapeva come eseguire il comando del Papa. - Questi, accortosi dell'esitanza di lui, alzò la mano e gli additò la destra porta avanti di sè. Il Bandino apriva.
      Dalla porta uscì un nuovo personaggio, e le imposte gli si chiusero, come per moto proprio, senza rumore alle spalle.
      Egli aveva la veste, non la sembianza, di cappuccino; - si gittò giù sopra le spalle il cappuccio esclamando con ardita voce che singolarmente contrastava al mistero col quale era stato introdotto:
      In fè di Dio avrei molto meglio tolta sul capo una partigiana che questo cappuccio di frate. - E' mi pare che mi abbia spento quel po' d'intelletto che v'era rimasto dentro... Di grazia, il cappuccio di frate costuma sempre così?
      Il nuovo venuto era un capitano perugino, anima dannata di Malatesta Baglioni; si chiamava Cencio, per soprannome Guercio: alto della persona ed aiutante; di volto ignobile, di colore giallastro, intorno agli occhi un cerchio tra il verde e il violetto, increspato d'infinite rughe in segno di lascivia, e forse anco cagionate da quel continuo stringere dei muscoli visuali che l'uomo fa nei climi di mezzogiorno per le sue costumanze costretto a consumare la vita nei campi aperti inondati dal sole. Il soprannome accennava un difetto di lui; quando la pupilla destra fissava in certo punto determinato, deviava la manca in molto sconcia maniera; quando la manca andava al segno, sbalestrava la destra.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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