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      Siffatte abbominazioni noi non abbiamo commesso...
      No?
      sempre incalzando continua il Pontefice, "sarebbe questo il primo sangue dei Medici che bagna il terreno della patria? La prima volta questa che una madre di nostra casa piange sopra i figliuoli trucidati? - Mio padre Giuliano non giacque miseramente trafitto nel santuario? L'inclito zio Lorenzo non salvò a gran pena la vita dal pugnale nemico? Quanta mostrarono i Medici benevolenza ed amore ai Fiorentini, altrettanto questi gli ricambiarono con rabbiosissimo odio. La storia della nostra famiglia è una serie di benefizii invano prodigati, di morti, di esilii e di confisce immeritamente sofferte, crudelmente decretate. E voi stesso, messere Nicolò, diteci: qualcosa guadagnaste voi con questo ingrato popolo maligno in guiderdone delle vostre cure, degli uffici penosi, dei travagli durati? Per poco stette non vi mozzassero il capo."
      Santità, quando mi elessero gonfaloniere, mi proibirono espressamente mantenere corrispondenze particolari coi signori stranieri: mandando lettere a Vostra Beatitudine e da lei ricevendone, con tutto che io lo facessi per bene, non disobbedivo meno all'ordine del popolo; egli poteva punirmi; non volle; - mi rimandò dall'ufficio, e in questo operò generosamente, non iniquamente.
      Or via, nobili uomini, datemi ascolto: io voglio abbia un reggimento Fiorenza che, senza offendere la libertà, una della mia famiglia, o Ippolito o Alessandro, sia considerato come principale cittadino, voi altri ottimati della città gli componiate un senato il quale insieme con lui attenda alle pubbliche bisogne.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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