Poichè le fortune e la virtù di per sè stesse distinguono l'uomo e il cittadino della povertà e dalla ignoranza, sanzioniamo con legge quanto apparisce necessità di natura.
I padri nostri si legarono una volta, combatterono i grandi e li vinsero: adesso noi, degeneri dalla virtù paterna, vorremo a nostra posta istituirci grandi e porre nella nostra terra il mal germe di prossima discordia?...
Clemente soprastette alquanto prima di rispondere, imperciocchè vedeva ogni arte riuscirgli meno; alfine, tenendo la faccia dimessa a terra favellò:
Rimettetevi dunque nelle mie braccia: io mi comporterò con voi non come sudditi ribelli, ma come figliuoli traviati.
Iacopo Guicciardini, troppo diverso da Francesco l'istorico di triste memoria, camminava svisceratissimo della libertà; - di animo audace, pronto di lingua; - lo avevano aggiunto quarto all'ambasceria per opera dei Piagnoni o Arrabbiati, onde con la sua avventatezza temperasse la pacata natura degli altri. Fino a quel punto, di ciò caldamente supplicato dai compagni, taceva; adesso poi, sentendosi divampare il sangue, l'ira prorompergli dai precordii, gridò:
Sudditi ribelli! Alla croce di Dio, da quando in qua siete voi re di Fiorenza, Giulio dei Medici? Cristo solo governa come principe la nostra città....
Noi siamo vicario di Cristo.
Per proteggere
, replica il Guicciardino, "non già per distruggere; per beneficare, non per uccidere. Cristo abita nei cieli: in terra quella signoria che noi gli concediamo egli prende. Sua legge è l'Evangelo, legge che predica gli uomini liberi ed eguali.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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