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      Poco il guasto o nessuno; qualche mulo o cavallo aombrato correre alla ventura per la città, ma presto lo avrebbero ritrovato; la fanciulla di certo caduta per urto di cima a qualche carro dove si stava addormentata: trattenerla nel corpo di guardia pareva il consiglio migliore, perchè non istarebbe guari la sua gente a venire per lei.
      La fanciulla porgeva attentissimo l'orecchio, fissava arguto il suo sguardo nel volto del parlante, sospettosa non la dileggiassero; e quando le parve sincero, alquanto si assicurò: allora con ambe le mani traendosi dietro il capo i molti capelli caduti sulla fronte, disse:
      Faccia Dio che presto ritorni! - Ma dove mi hanno condotta? Dove mi trovo adesso?
      E vedendosi circondata da tanti uomini i quali curiosamente la guardavano, arrossì vereconda e declinò le palpebre.
      Figliuola mia
      , le rispose Lupo, "già non voglio dire che non potresti stare con miglior gente, perchè la sarebbe soverchia presunzione cotesta; pure così come ti trovi, sei sicura quanto nel monastero delle Murate. - Tu stai in Fiorenza presso la porta San Nicolò, tra giovani costumatissimi e ascritti alle bande della milizia cittadina. - Io poi mi chiamo Lupo e sono bombardiere preposto alla colubrina piantata in cima alla torre della porta."
      Signor Lupo
      , soggiunse con umil voce la donzella, "io mi abbandono nelle vostre braccia; - fatemi da padre finchè non abbia ritrovato il mio vero. - Di ciò vi avremo obbligo infinito tanto mio padre che io; e pregherò per voi la madre mia ch'è nei cieli.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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