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      - L'anima mia raccomandata al Signore, mi slanciai; il divino ajuto soccorrendomi toccai uno degli scalini rimasti; - bruciavano; - volai; - dall'ultimo gradino movendo il primo passo, sentii sotto il piede un corpo morbido, e mi parve ancora intendere un sospiro; - declinai lo sguardo: - uno dei piedi mi vidi contaminato di sangue, e nel corpo mi apparve la spettacolo miserabile di un servo infranto, mezzo arso dalle fiamme - forse egli precipitava dalla parte più alta della casa, dove aveva stanza.
      Affrettai il passo, non sapendo nè curando pensare in qual parte fuggissi: - unica cura fuggire. Risensando, mi trovai dietro la siepe foltissima del giardino, e dall'opposto lato scôrsi mio padre, il quale in mezzo ad una banda di scherani con le ginocchia piegate supplicava così: - Alfine anche voi una donna ha partorito; avete sembianza umana: lasciatevi piegare; concedete ch'io vada a salvarla... la figliuola... solo, unico conforto alla mia vecchiaia; - lasciatemi: - quanto possedevo vi ho dato. - Faccio sacramento sopra tutti i santi del paradiso non essermi rimasto un picciolo per riscattarmi. A che volete ritenere un povero vecchio? A che sono buono io? - Ahimè! sentite! - è rovinato un trave... forse sul corpo della mia figliuola... scioglietemi... lasciatemi. - Ed altre aggiungeva tanto compassionevoli parole che faceva passione a sentirlo. Ma gli scherani non gli badavano, intenti a dividersi le nostre masserizie più care. Ben poteva tenermi nascosta, ma come può figliuola abbandonare il padre in balìa a tanto affanno?


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163