Il capitano urlò fieramente anch'egli e, fatto delle mani croce, supplicò si rimanesse, - sarebbe partito. E si partiva: mentre stava per oltrevarcare la porta, Madonna con voce carezzevole lo richiamò indietro, e a lui tutto lieto dell'animo che immaginava nella donna mutato, ella disse: - Pregarlo di farci respirare aere meno grave, ci cavasse per qualche ora dal carcere infame; lasciasseci vagare pei campi paterni. - Ed egli: - Purchè sia meco! - Lucrezia rispose di rimando: - Sia. - Uscito dalla stanza, corremmo alla donna, fasciammo la piaga leggiera, ed ella, come già rapita a sensi diversi, lasciava fare: - diventarono mute le sue labbra:
- si nascose il volto nelle mani e così stette fino a sera, premendola un fiero proponimento. Il pianto fu a noi tutte in quel giorno cibo e bevanda. Declinando il giorno, comparve il capitano Recanati in compagnia di alquanti suoi scherani, e con esso loro noi tutti uscimmo. Lucrezia volse frettolosi i passi alle sponde dell'Arno. - Talora si ferma, il cielo considerando e la terra: e poichè il cielo appariva divinamente sereno e la terra lieta di verdi piante... - ah! gli uomini non possono contaminare la natura., - gemè dall'intimo petto. - La brezza vespertina mordeva acuta, e noi la vedemmo dilatare le narici ed aspirarla a lungo tratto, come se intendesse inebriarvisi. - Cotesta era carità di patria, pensiero di godere le voluttà di cui il natio luogo va pieno prima d'immergersi nella morte. - Ora le campane delle parrocchie annunziano la estrema ora del giorno.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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Madonna Recanati Arno
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