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      - Voi sapete come, in cotesta ora, in quel suono si comprenda un'arcana mestizia che vince il cuore dei più tristi e li dispone ai rimorsi della notte. Madonna si pose in ginocchio, - noi ne seguitammo l'esempio, ed ella a noi volgendosi ci disse: - L'ultima ora di un giorno e di una vita è compiuta; pregate per un'anima che sta per passare. - Il senso di quelle parole non ci era chiaro, - pure pregammo con ardentissimi voti. Cosa stupenda e a me medesima, dove non l'avessi con i propri miei occhi contemplata, incredibile. I masnadieri e il capitano, i quali ci vigilavano da vicino, commossi dallo spettacolo di amore e di fede, loro malgrado si prostrarono anch'essi, sforzandosi richiamare sui labbri l'orazione nei primi anni della vita imparata dalla pia genitrice. Noi donne stavamo sopra il ciglione dell'argine; - menava sotto vertiginose le acque l'Arno grosso per le pioggie cadute nei giorni precedenti. Madonna Lucrezia si leva: - aveva nel volto gran parte di cielo; il crepuscolo dorato lo vestiva di luce serafica: ci guardò mesta, non abbattuta; secura non baldanzosa; e aprendo la bocca favellò: Figliuole mie, che voi sceglieste piuttosto la morte con onore che la vita con vergogna, stamane con parole io v'insegnava; guardate, - adesso ve lo confermo con l'esempio. - Ah! il pianto mi toglie facoltà di raccontarvi partitamente com'ella, spiccato un salto, si precipitasse nel fiume: - come vedessimo ora apparire su le acque, ora scomparire sotto, la santissima donna; e tanta era in lei la voglia di preporre l'onestà alla vita che quante volte l'impeto dei vortici la respinse su a galla, altrettante ella mettendosi le mani sul capo si attuffava giù nel fondo.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





Arno Lucrezia Figliuole