.. comunque corto egli sia, può sciogliere un'anima dai legami del corpo.
Ludovico si muove all'improvviso e ponendosi di faccia al vecchio lo interroga:
Messere Lucantonio, mi ravvisate voi?
Oh! se vi ravviso
, rispose tosto il vecchio andandogli incontro e abbracciandolo, "messere Ludovico, vi siete fatto fiero e gagliardo, la Dio mercede. Vedete un po' come siete cresciuto, si può dire, a giorni. Il vostro signor padre (scusate se vi rinnovo il dolore) ci ha lasciato; - povero uomo! meritava vivere più lunga vita; ma Dio sa quello che fa: - io però non me nè darò mai pace; non isperavo nè desideravo sopravvivergli. Duri tempi, figliuolo mio, ma non affatto sfortunati a chi, come voi, eredò tanta copia di domestiche virtù."
Messer Lucantonio, profferendovi grazie delle cortesi vostre parole per ora, favelleremo a bell'agio intorno a siffatto argomento. - Volevo dirvi un'altra cosa: - l'incomodo della via, i travagli sofferti devono rendere al vostro corpo necessario il riposo. Qui presso nel popolo di Santa Felicita è la casa del vostro amico defunto; - mia madre e i miei fratelli abitano Pisa da molto tempo, e il modo del ritorno è loro tolto. - Venite ed accettate ospitalità...
Io non consentirò...
Pensate che il figliuolo del vostro amico non merita rifiuto e che l'alterezza, quando è troppa, diventa superba.
Sicuro, eh! il soverchio rompe il coperchio
, veniva approvando Lupo.
Sia come volete. Messeri, amici da un istante, noi lo saremo per la vita: - porgetemi la mano; così come le mani, si uniscano le anime nostre.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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