Se Dio levò la mano su tutte le generazioni della terra, e' non appare che fosse per benedirle tutte: alcune egli guarda con occhio ardente, come acceso di collera, e quivi tu incontri il deserto dalle arene infocate; altre egli non guarda mai, e quivi piovono nevi perenni e ghiacci eterni si addensano; ogni speranza di miglior ventura è morta tra loro. Se quello che raccontano può credersi, cioè avere la terra un cielo che si compia mediante ordine lungo di secoli, per cui la Libia un giorno diventerà Siberia, allora, mutata la vicenda della pena sembra che si possa concludere, vivranno sempre i tormentati. Noi non siamo intero sangue latino; - noi uscimmo dal fianco di madri barbare, e molto di loro ritraggono le nostre membra; - dove non mi occorresse altro argomento per confermarmi in questo mio dubbio, me ne persuaderebbe l'odio veramente fraterno che adesso portiamo ai nostri antichi fratelli teutoni. A posta loro essi si spingono verso il mezzogiorno, desiderando scambiare le brume del cielo natio coll'azzurro del nostro, anelando il grappolo delle nostre vigne, l'olivo delle valli: - Lasciate, essi ci dicono, riscaldarci le membra intirizzite ai raggi del vostro sole; - voi ne avete goduto tanti anni! - Importuni Polinici che ci domandano il trono di Tebe, e da noi odiati come Eteocle odiava. Poichè la natura si mostrò a molti matrigna e ad altri molti madre parzialissima, io penso ch'ella abbia gittato nel mondo il pomo della discordia; e qui per quanto uomo s'affatichi, invano speri di trovare rimedio.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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