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      E dalle ringhiere sporgevano alcuni il capo e parte del busto per meglio ascoltare: altri ritti sulle punte dei piedi appoggiavano il mento sulla spalla di chi stava loro davanti, altri atteggiati in altre sembianze e pur tutte rivelatrici dell'alta intensità dell'anima. La voce del Giannotto, comechè picciola, riempiendo la sala, diceva:
      Dilectis filiis civibus florentinis Clemens papa VII salutem et apostolicam benedictionem. - Mediante gli onorevoli vostri oratori ci avete fatto sapere essere in tutto disposti di accordare con noi; la quale disposizione, comunque giunga tardi per la nostra giustizia, arriva in tempo per la misericordia nostra. Epperò, ricevendoli nell'antico favore della Santa Sede Apostolica e trattandosi dell'onore nostro, intendiamo e vogliamo vi rimettiate intieramente nelle nostre braccia, chè mostreremo al mondo che, per essere nati nella vostra città, vi saremo fratelli; e per essere capo dei fedeli, vi faremo da padre.
      Si levò uno scoppio spaventevole di urli, di mani percosse sui banchi, di sghignazzari di scherno. La terra battuta mandò rumore e nuvolo di polvere, quasi vi sottostasse il vulcano.
      Il Carduccio stende ambo le mani per comprimere il tumulto come uomo che tenti frenare l'impeto di cavalli indomati; e poichè indi a brevi momenti decrebbe (chè l'ira, l'odio, l'amore e ogni altro affetto col tempo si placa), non senza grave turbamento incominciò:
      Già voi li sentiste: - i patti coi quali ci offre pace il padre di tutti i fedeli e nostro vi sono alfine manifestamente proposti; - con la superba tirannide che non conosce vergogna, costui ve li definisce e pone dinanzi agli occhi.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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