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      Salute, o Firenze la bella! Fabbricata su campi lieti di fiori, appellata dal nome dei fiori, essi ti concedevano eterna la facoltà di piacere, e tu sei fiore caduto dai giardini celesti in testimonio delle magnificenze del paradiso germogliato sopra la terra. Una corona di colli ridenti ti circonda vaga a vedersi come la cintura di Venere. Colà sagrificava Lorenzo dei Medici alle grazie e alle furie, in quella parte meditò i suoi scritti Francesco Guicciardini storico sommo, pessimo cittadino; da quell'altra Gallileo, Colombo dei cieli, quantunque volte lanciò lo sguardo al firmamento, altrettanti mondi vi discoperse, sicchè forse gelosa dei suoi arcani Natura è da credersi gli chiudesse nelle tenebre l'audacissimo sguardo. A vederti su l'ora del meriggio, quando il sole ti scintilla nelle pienezze dei raggi sul capo, quando il cielo che di te s'innamora ti cinge limpido e diafano, e per le tue vie si sparge fragore di gente o di opere, tu rassomigli a una menade che stanca di correre per le balze riposa palpitante, e mentre bagna le lunghe trecce nelle onde dell'Arno, si vagheggia come consapevole della sua leggiadria nello specchio delle acque. - Verso sera poi, nell'ora mesta dell'Ave Maria, se il sole declinante ti manda da lontano un addio di fuoco ed infiamma il vapore di che il tuo fiume diletto ti cinse la fronte, quasi nimbo radiato col quale incoronano i cristiani la testa ai loro santi, allora tu sembri una vergine di Raffaello, divina per espressione di affetto materno, per luce celeste che discende dall'alto e per gloria di angioli esultanti.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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