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      .. olio e bitume sopra fiamma di per sè stessa tremenda. - Dio mi creò per amare: io mi ricordo di un fanciullo sensitivo, vago di solitudine, abbandonare il trambusto della città, e lontano nei campi voltarsi indietro a contemplarla, come l'Alighieri descrive il naufrago che, uscito fuori dal pelago alla riva, si volge all'acqua perigliosa e la guata; egli errando pei boschi udía la voce arcana che pare mandi natura al suo Creatore, intendeva commosso le armonie degli uccelli ed invidiava la voce loro per cantare anch'egli un inno di gloria, e le ali per accostarsi al firmamento, perocchè gli avessero detto il Padre del Creato abitare nei cieli. Quanto tesoro di amore vivea nell'anima di quel fanciullo! Appena la campana della sera indicava l'ora dei morti, prosternato davanti alla immagine di Gesù Cristo, non senza lacrime lo supplicava per le anime dei suoi defunti... per tutti quelli che purgandosi aspettano di sollevarsi alle gioie divine; egli aveva una parola di conforto per qualunque sconsolato, un voto per ogni afflitto, un soccorso per ogni bisognoso, e quando incontrava sventure che non potevano consolarsi, bisogni che non potevano sovvenirsi... piangeva. Ah! quel fanciullo fui io. - E adesso la mia mente tentenna dolorosa nel pensiero che Dio non è, od è tiranno; e sento solo la vita allorchè gli uomini, diventati bestie feroci e più che bestie, si lacerano, le bombarde fulminano la morte, la terra va ingombra di uccisi, e i demoni della discordia e dell'omicidio tripudiano pei campi di battaglia a piene mani lanciando contro il cielo sangue e membri umani, in dileggio o in rampogna del Dio che sembra aver creato gli uomini per divorarsi tra loro.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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