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      Qual io rimanessi non saprei con discorso convenevole raccontarvi. Egli rivenne tosto, e io ansiosamente gli domando: Ch'č questo, padre? e la donna mia? - La donna tua? mi risponde, - quanti ne corrono del mese? - Il dieci di febbrajo. - Il dieci, veramente il dieci? - Sė, il dieci. - Vieni a vedere la tua donna, - e con impeto giovanile mi trasse fuori di casa. Giungiamo alle porte di Santa Maria del Fiore; quivi incontrammo fanti e donzelle, i quali tenevano per le redini in copia palafreni; entriamo in chiesa, la pių parte sepolta in profondissima oscuritā; andiamo oltre, e pervenuti al punto della nave dove sospeso alla parete si ammira il simulacro di Dante, coronata con la ghirlanda nuziale, con lo sposo al fianco, blandita da gioconda comitiva, ritorna da legare la sua fede eternalmente ad un uomo dal pič degli altari una donna, e questa donna č la mia!... Empii di un grido orribile le volte del santuario e, stretto il pugnale, mi precipitai a trucidare la spergiura; mutati appena due passi, il ghiaccio di un ferro mi penetra nelle viscere, e precipito avvolgendomi nel mio sangue sul pavimento. Non piacque all'inferno ch'io mi morissi: udite stupenda nequizia umana! Aperti gli occhi, mi trovo giacente sopra miserabile pagliericcio, dentro una stanza vuota, le mani e i piedi stretti da funi... non mi rinveniva, cercava con la mente nč giungeva a indovinare in qual luogo mi avessero condotto e perchč cosė legato. All'improvviso mi spaventa uno schiamazzo confuso di minaccie, di percosse, di pianto, di preghiere e di risa; e sopra tutte queste voci tempestare un urlo che diceva: - Chiudete le porte, san Pietro!


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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