Separiamoci; andate per esso, conducetelo a me.
Dove?
Non ve lo aveva io detto? - Al cimitero di Santo Egidio.
Dante tornò sopra i suoi passi, rifece la via dei Leoni, passò vicino Baldracca, e per la piazza dei Castellani venne lungo Arno, dove camminando fino al Ponte delle Grazie, lo valicò in fretta e si condusse al poggio San Miniato: quello che andasse a cercare costà vedremo poi; adesso seguitiamo il magistrato nel suo cammino notturno...
La notte era rigida e nera: - certi nuvoloni ingombravano il cielo che parevano montagne, e ad ora ad ora sprizzolavano qualche stilla di acqua ghiacciata: onde le genti che a quell'ora andavano per via si affrettavano a casa, e il subito loro apparire e sparire le faceva parere più che altro fantasime.
Il magistrato però, non che affrettasse, rallentava il cammino e porgeva attentissimo ascolto alle parole di coloro che traversavano la strada.
O vedi mo'
, diceva un passeggiero al suo compagno, "chi m'è venuto fuori a fare il san Giorgio! Messere Francesco Carduccio: in verità non lo avrei riputato da tanto."
Un cuore da Cesare, per san Giovambattista! un cuore da Cesare! Chi nulla ha da perdere, non può che guadagnare...
Mi pare che vi potrebbe perdere la testa. >
E vi parrebbe perdita per lui?
Ma! non saprei.
Cotesti erano mercanti, le più volte fango tutti per di dentro e per di fuori, senza cuore, senza intelletto e spesso anche senza l'abbaco, del quale presumono essere la pratica e la scienza. - E passano via, ed altri subentrano.
Noi non possiamo reggere
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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