Andiamo.
Buona notte, messere Carducci, eccomi ai vostri comandi
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Ben venuto, Michelangiolo. - Dante, andate a vigilare su la porta e, per cosa che accada, non lasciate penetrare anima viva qua dentro.
Il Castiglione silenzioso pone la sua persona colossale traverso la porta del cimitero; una sbarra di pietra non ne avrebbe meglio impedita la entrata.
Il Carduccio con mano tremante impalma il Buonarroti e poi comincia in suono che profonda commozione rendeva fioco:
Michelangiolo, se, comunque alto il sacrifizio che or vi propongo pur fosse a cuore umano possibile, già non vi chiederei io fin dove la patria possa fidare su voi, avvegnachè a chiara prova conosca il vostro nome suonare quanto di grande si comprende e di magnanimo nel mondo. Però il caso presente è tale ch'io mi veggo forzato a dirvi prima: Michelangiolo, potete voi nulla rifiutare alla patria?
Nulla.
Michelangiolo, avete bene compreso la domanda? Avete misurato intera l'ampiezza della vostra risposta?
Carduccio mio, quando architetto o scolpisco, io misuro: quando mi affatico in pro di Fiorenza, io sento; - il cuore che delibera è già freddo, e dai carboni spenti avrai fumo, non fiamma. Insomma, siccome voi non mi domandereste cosa che voi stesso non foste apparecchiato a fare, così ancora io mi chiamo pronto a farla.
Michelangiolo, io non la farei.
Voi non la fareste!
Io con queste mie mani chiunque me la proponesse ucciderei... il mio sangue a goccia a goccia e tra i più acerbi tormenti versato, la vita dei miei figli, le mie case alle fiamme.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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