L'aquila delle Alpi rade con ala potente il margine del precipizio e le rupi scoscese; ella può giunta sulla vetta del monte più alto posarsi alquanto a librare nuovo volo e confondersi eccelsa pei cieli... Qualche mortale rassomiglia all'aquila.
Messere Carducci, apritemi il vostro pensiero.
Ecco, io vi parlerò come al cospetto di Dio, da cuore a cuore, senza celarvi nessuno dei più riposti arcani. Michelangiolo, la patria si versa in presentissimo pericolo, ed io dispero di salvarla.
Oh dolore!
Una speranza rimane, e consiste nei soccorsi dei principati d'Italia. Il popol nostro di per sè solo opererebbe prodigi, ma il popolo crede ai suoi profeti, e molti tra questi io ne conosco falsi. Voi ben sapete i Medici essere stati banditi non in benefizio del popolo, sibbene in pro degli ottimati, i quali intendevano governare invece di loro; la parte del Cappone pertanto, non che guadagnare con la cacciata dei Medici, ha perduto e adesso desidera restituiti gli antichi signori per ricuperare almeno in parte quanto si vide portar via dalle mani cupide e fiacche. Ella non perdona la mia promozione all'ufficio supremo; già medita gli accordi e non conosce, incauta! che vuole presentarsi di suo moto spontaneo al carnefice con la corda al collo. Qualsivoglia atto del governo calunnia, ogni via impedisce, inosservata gli sega le vene e gli toglie le reliquie estreme del suo vigore; il popolo, amico sempre del bene, ma deluso dalle apparenze, nella fiducia di commettere opera pia lapiderà i suoi veri difensori, e, prima che abbia tempo di ravvisarsi, avvinto nelle mani, col frenello alla bocca, non gli sarà concesso il dire e l'operare; - sogliono poi i tiranni lasciare liberi gli occhi per piangere.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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