(b) Altra piaga d'Italia (e, ahimè! se ne annoverano più di cinque) allora come ora questi piccoli principi; ed in oggi peggio, perchè stranieri; gli stati o i popoli in mano a loro, poderi e armenti da sfruttare. Grave sempre la tirannide, ma meno incomportabile la paesana: in questa il principe sta attaccato al paese come alla terra che lo ha a nutrire e a tumulare; nell'altra il principe mette tutto in tasca, vive in piedi e col bastone in mano come una volta gli Ebrei il dì di Pasqua. La Italia dalla forza nemica, dal senno poco, dalla voglie scomposte, stette divisa col consiglio medesimo col quale si sminuzza il cuore davanti l'uccello di rapina onde se ne pasca; qual sia l'uccello di rapina nostro non importa dire, e per di più ha due becchi.
CAPITOLO DECIMO
FRA' BENEDETTO DA FOJANO
Indarno allor dagl'inspirati pergamiUscìo suon d'evangelica parola
Che: Beati, gridò, beati i miti!
Cadean siccome solaVoce in deserto.
BUONDELMONTE, tragedia.
Già le stelle di momento in momento diventavano più rade nel cielo; le palpebre dell'alba erano aperte, quando Lucantonio padre dell'Annalena, ristorate di breve riposo le membra, si destava per affrettarsi alle opere della difesa. - Postosi a giacere col pensiero fisso agli assalti imminenti, venne a turbarlo un sogno di palle briccolate contro la sua casa, di mura abbattute, di pietre le quali rovinando offendevano il corpo gentile della cara figliuola: - si sveglia esterrefatto e, balzato a sedere sul letto, volge bramoso gli occhi ed intende gli orecchi; - dappertutto silenzio.
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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano 1869
pagine 1163 |
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